INTRODUZIONE

La Settimana Santa a San Marco in Lamis rappresenta uno dei momenti più particolari della Settimana Santa in Puglia in quanto parrebbe quasi, ma sottolineo il termine "parrebbe", che al centro di tutta la ritualità vi sia il fuoco, più che la considerazione dei dolori patiti dalla Vergine SS. Addolorata e della Passione di Gesù Cristo. In realtà è invece vivissimo il culto ai Dolori di Maria SS. Addolorata.

Ad ogni buon conto, i Riti della Settimana Santa sammarchese iniziano la sera del Venerdì di Passione, allorquando davanti alla Chiesa della Addolorata avviene l' accensione della "fanoja", un grande falò che viene arso per commemorare la solennità dei Dolori di Maria a cui quella giornata è dedicata.

Bisogna però attendere il Venerdì Santo perchè si consumino i riti più tradizionali e maggiormente caratterizzanti della Settimana Santa di San Marco in Lamis.

In questa giornata già all'alba esce la prima processione della Addolorata, accompagnata dal canto dello Stabat Mater che rappresenta uno dei momenti di maggiore devozione da parte della popolazione che la segue numerosa.

E' praticamente la tipica processione che si svolge in tutto il Sud d'Italia: la Madre che va in cerca del Figlio, compiendo un itinerario che la porta a visitare i Sepolcri allestiti nelle chiese fin dalla sera del Giovedì Santo.
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Invece nella serata del Venerdì Santo si svolge quella che viene chiamata la processione della Addolorata con le "fracchie".

Poichè le "fracchie" possono essere considerate il maggior simbolo della Settimana Santa a San Marco in Lamis, vale la pena riportarne alcune brevi notizie tratte dal quotidiano "ROMA" di sabato 10 aprile 1993 - pag. 21 (FOGGIA).

Sulla data di nascita delle fracchie non c'è uniformità di vedute tra gli studiosi: secondo alcuni la tradizione potrebbe farsi risalire tra la seconda metà del Settecento e la prima dell'Ottocento, sebbene le prime descrizioni scritte siano dell'inizio del nostro secolo.
Certo è che nascono per accompagnare la processione dell'Addolorata, il giovedì Santo, e che poi - nel corso dei decenni - vengono spostate al venerdì.

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Anche la funzione stessa delle fracchie è dibattuta: c'è infatti chi lega la tradizione al cristianesimo, e quindi alla leggenda cristiana che fa accompagnare il Salvatore da una fiaccolata lungo la via del Getsemani; altri preferiscono più "paganamente" legarle all'esigenza di illuminare le vie dell'antico borgo, sprovvisto addirittura anche di fanali.
I contadini avrebbero quindi pensato di scortare la statua dell'Addolorata dalla chiesa omonima alla Collegiata col bagliore delle rosseggianti fiammate delle fracchie.
Il termine sammarchese "fracchia" è di incerta etimologia. Potrebbe derivare dal latino facula, e quindi da fiaccola, trasformato poi dagli abruzzesi in farchia o fracchje. Questa ricostruzione trova riscontro anche dal fatto che in Abruzzo esistono fiaccole molto simili a quelle sammarchesi.
Ma cosa sono le fracchie? Come vengono costruite?
Si tratta di grandi torce di dimensioni diverse (arrivano fino a 5-6 metri di lunghezza) costruite da un tronco spaccato longitudinalmente e riempito di rami, sterpi, schegge di legno e frasche, fino a costituire un falò di forma conica, che finisce - nella estremità più stretta - con un braccio sporgente.
La fracchia così ottenuta viene trasportata su appositi carrelli. Il tutto è tenuto insieme da due grandi cerchi di ferro, e viene intriso di sostanze infiammabili.
La fracchia si accende dalla parte più larga e, per evitare che non cada in avanti o scivoli sul carrello, viene appesantita con una zavorra di sacchi di sabbia nella parte posteriore. Sempre nella parte posteriore è completata da un palo, portante in cima l'immagine della Madonna Addolorata.

- Testo a cura del dott. Francesco Stanzione.
- Foto tratte dal Web.


di Leonardo P. Auciello



Filmato storico






La Settimana Santa a San Marco in Lamis - Da filmati di Giuseppe Bonfitto degli anni '70