VENERDI' SANTO - Ore 18,30: Processione Addolorata con le "fracchie"

Si mantiene viva a San Marco in Lamis, presso la chiesa della Vergine Addolorata, un’antica processione, che già nei primi decenni del settecento svolgeva la Compagnia dei Devoti del Cuore trafitto di Maria, che era impegna a norma di statuto a svolgere "nel giorno dell' arresto di Gesù in una solenne processione per tutto il luogo di San Marco, ben' inteso, che la processione si debba fare la sera di detto giorno con la Madonna che cerca il Figlio ma senza pompa e cera ma sola con le fracchie e anche il dì seguente per accompagnare i dolori della Madonna che deposita il venerando corpo di Cristo nel sepolcro".
La processione fino al 1954 si svolgeva il Giovedi Santo ed era l' inizio della visita dei sepolcri che la confraternita realizzava con le fiaccole accese e che veniva continuata il venerdi mattina dalla chiesa Madre. Poi, per esigenze di culto, venne spostata al venerdi sera creando una certa incongruenza cronologica nei riti della Settimana Santa.
La processione si svolgeva la sera del giovedì per accompagnare con fiaccole accese (fracchie) la Madonna Addolorata nella ricerca del figlio arrestato.
Oltre alle fracchie e ai lampioncini, nella processione si mettevano nelle mani di bambini gli strumenti della passione.
Nel pomeriggio del Venerdì Santo in tutte le chiese della cittadina garganica i fedeli partecipano alla liturgia dell' adorazione della Croce e, dopo la distribuzione della comunione, si riversano a migliaia ai piedi della Madonna Addolorata nella sua chiesa.

Intanto, già da alcune ore, in via Carlo Rosselli, strada vicina alla chiesa dell' Addolorata, si cominciano a disporre le fracchie. La strada e lunga circa 200 metri e non è molto larga, per questo motivo i fracchisti preferiscono giungere in anticipo con la fracchia, per occupare un posto "buono", e avere il tempo per apportare gli ultimi ritocchi.
Una marea di gente si riversa nel quartiere cosiddetto dell' Addolorata, per la visita alla Madonna in chiesa e alla fracchie schierate alla partenza.
E’ questo un forte momento socializzante, per tanti che si rivedono dopo mesi, perchè emigranti o perchè nel periodo invernale non si e potuto andare molto in giro, e così si chiacchiera e ci si saluta, si fanno capannelli, si commenta e si "critica" la fattura delle fracchie o dei lampioncini.
Il via vai è ininterrotto.
Le fracchie continuano a giungere alla spicciolata fino all' imbrunire.
I fracchisti non si allontanano dalle loro realizzazioni per ricevere gli elogi degli amici, parenti e semplici osservatori; i turisti e gli emigranti muniti di macchine fotografiche e telecamere catturano il ricordo della manifestazione; i rivenditori di fracchiette (riproduzioni in miniatura, perfette nei particolari, carrello in ferro compreso) espongono la mercanzia; davanti alle macellerie si arrostiscono i "turcinelli" (involtini di frattaglie) con il fumo che si spande tra la folla.
Mischiati tra la gente, i vecchi nascondono la nostalgia studiando i dettagli delle fracchie e l' evolversi delle tecniche costruttive: molti di loro, in passato, almeno una volta, sono stati fracchisti.
Al tramonto le fracchie arrivate per ultime non hanno trovato posto e si sono affiancate a quelle gia sistemate, e cosi la confusione lungo la strada diventa indescrivibile.

E' sera, le fracchie piccole e grandi sono pronte per la processione:
hanno tutte la bocca di fuoco rivolta verso est e negli interstizi tra il legname vengono inseriti a forza stracci imbevuti di combustibile e si mette in evidenza il numero assegnato affinchè la giuria possa distinguere ogni fracchia durante la votazione.
Poco dopo, i Vigili Urbani tolgono le transenne che bloccano il traffico degli automezzi su piazza Madonna delle Grazie, fanno allargare la folla, e così dall’imbocco di via Rosselli esce la prima piccola fracchia accesa, che attraversa diagonalmente la piazza per immettersi su viale Europa.
La folla si dispone lungo il tracciato mentre una dietro l' altra le fracchie accese, di grandezza via via crescente, sfilano tra la gente.
Le fracchie "piccole", da pochi decimetri di diametro e del peso di alcune decine di chilogrammi fino a un metro di diametro e al peso di 1.000 kg., sono tutte montate su ruote di ferro, e trascinate da ragazzi e ragazze fino ai 12 anni che in gruppetti piu o meno numerosi si sforzano di tirare. Sono sempre coordinati da un adulto che consiglia, aiuta, corregge; accende la fracchia, la dirige con comandi fermi ai tiratori e ai timonieri, attizza la fiamma con la pertica o, se necessario, versa altro combustibile.

I ragazzi spesso vestono dei costumi che nei loro intenti dovrebbero essere tradizionali ma che spesso sfociano nella pacchianeria. Danno segno di compostezza e atteggiandosi ad adulti non hanno paura del fuoco e tirano con forza e fatica la fracchia.
Le fracchie piccole ci danno l' idea di come doveva essere la processione fino agli inizi del 1900, anche se le fracchie non erano montate su ruote come adesso ma trasportate a braccia.
Anche le fracchie grandi di categoria I e II vengono accese, ma rimangono ferme sul tratto di via Rosselli tra piazza Gramsci e via magg. Solari aspettando la Madonna Addolorata. Intanto i lampioncini si dispongono in fila, e si avviano lungo via della Repubblica per disporsi davanti alla croce.
Infine, dalla chiesa dell' Addolorata, esce la statua della Madonna Addolorata con ai lati dei lampioni, preceduta dalla croce, dal parroco e dal priore, e seguita dai confratelli e consorelle dell' Arciconfraternita dei Sette Dolori e dalle donne vestite di nero in segno di lutto. Tutti cantano lo Stabat Mater, in cori alterni tra uomini e donne.

La statua dell' Addolorata, portata a spalle da dodici uomini, indossa l' abito nero del lutto, con un lungo mantello. Il suo capo e ornato solo da una sottile aureola impreziosita da una piccola stella. Ha gli occhi rivolti al cielo e uno spadino nel petto.
Tutti partecipano al canto dello Stabat Mater, con lo sguardo rivolto a lei e al suo dolore per la perdita del Figlio.
La processione, uscendo dalla chiesa, imbocca via della Repubblica, poi attraversa tutta via magg. Solari per immettersi su via Carlo Rosselli dove le fracchie grandi aspettano la Madonna per "cederle il passo".
A questo punto, la processione è nel suo pieno svolgimento: le fracchie piccole e medie hanno raggiunto viale Europa, i lampioncini, la Madonna Addolorata, il popolo e l' Arciconfraternita orante al suo seguito, sfilano lungo via Carlo Rosselli e piazza Madonna delle Grazie.
In questo lungo corteo si ode lo Stabat Mater e il crepitio delle fiamme.
Quindi si avviano anche le fracchie grandi.

Lo spettacolo cambia: le grida dei trasportatori e le fiamme che escono dalle fracchie danno alla processione un' atmosfera da inferno dantesco. Le ruote stridono sulla pavimentazione stradale, la brace si riversa per terra, le faville si alzano verso il cielo, e vampate di calore e fiamme sopraffanno gli spettatori che a ondate si allontanano dai bordi delle strade.
La fracchia "sputa fuoco"; solo i fracchisti sembrano insensibili alle fiamme, intenti a tirare le due funi collegate con le catene all' asse delle ruote. Appaiono sudati, affaticati dallo sforzo e, nello stesso tempo, disinvolti e incuranti del pericolo. Sanno di essere personaggi importanti di uno spettacolo secolare.
Però non tutte le fracchie hanno la medesima immagine fiammeggiante; alcune emanano solo fumo nero e acre, che spinto dal vento entra negli occhi e sui vestiti degli spettatori. I fracchisti cercano con del combustibile di dare nuovo vigore al fuoco, oppure con la veria (lunga pertica) assestano colpi violenti sulla bocca della fracchia per aprire nuovi varchi tra la legna bruciacchiata e attizzare il fuoco. I piu esperti anticipano questi imprevisti ricorrendo ai "trucchi del mestiere": far avanzare la fracchia nella direzione del vento oppure farla fermare agli incroci per sfruttarne le correnti d' aria.

Ma la combustione non deve essere eccessiva per evitare che la fracchia si consumi troppo in fretta, mettendo in pericolo la sua stessa staticità, perchè se la parte consumata arriva all’altezza del carrello, la struttura cederebbe, non avendo più appoggio sulla base. Alcuni secchi d' acqua permettono di evitare questa evenienza.
A metà del percorso, la lamiera di raccolta non riesce a contenere tutta la brace prodotta dalla combustione della fracchia, che fuoriesce cadendo per terra.
Alcuni operai del Comune, con i "raschiafango", la raccolgono in mucchi ai lati della strada, per poi smorzarli con getti d' acqua. Ma rappresentano pur sempre un pericolo per gli spettatori che stazionano sui marciapiedi.
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Prima, la brace spenta si raccoglieva per devozione e per farne combustibile.
Il capofracchia si affanna a dare ordini ai tiratori, a mantenere viva la fiamma e a sollecitare i due timonieri ai quali è deputato il compito di mantenere l' andatura rettilinea della fracchia e ad affrontare le curve nella maniera piu idonea.
Le fracchie piccole e medie, arrivate in piazza Moro, si dirigono verso il monumento di Padre Pio, in piazza Oberdan, dove vengono spente, mentre la croce, la Madonna Addolorata, il parroco e tutto il seguito, proseguono lungo via Marconi per completare il giro che li condurrà in chiesa.
Anche le fracchie piu grandi, dopo aver compiuto lo stesso percorso, hanno finito il loro compito di scortare la Madonna e vengono spente con acqua. Poi sono trainate dove erano state costruite in modo che con calma, dopo alcuni giorni, viene recuperata la legna residua bruciacchiata e utilizzata come combustibile, mentre tutta la ferramenta viene gelosamente custodita per l' anno successivo.
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- Testo tratto da "La Vergine nella valle di lacrime - Il culto dell' Addolorata a San Marco in Lamis (Volume II°)" di Gabriele Tardio Motolese, Edizioni SMiL s.r.l. San Marco in Lamis, novembre 2004.